Olivia Gay

(Francia)

Winner

Compiuti gli studi di Storia dell’Arte all’Università di Bordeaux III (1993/95) e quelli di Fotografia presso la New England School of Photography di Boston (1995/97), Olivia Gay parte per Cuba dove realizza i suoi primi reportage fotografici sulle prostitute dell’Avana. Tornata in Francia nel 1998, inizia una feconda collaborazione con alcune delle più autorevoli testate nazionali e internazionali, tra cui Libération, The New York Times, VSD e Le Monde.
In questi anni si definiscono i contorni del suo universo artistico: studia il corpo femminile, la sua costruzione in ambienti sociali e in luoghi di lavoro, ne decodifica il linguaggio non verbale e ce lo restituisce attraverso immagini che fissano gli sguardi, i gesti, le espressioni, le posture, la prossemica. Set ideali per la sua indagine sono le fabbriche, i bar, gli atelier di pittori e scultori, una scuola di danza del ventre al Cairo, i merlettifici, i supermercati, gli spazi domestici e – per l’ultimo reportage ancora in fieri – i campi e le fattorie della Normandia. E’ in questi mondi appartati, spesso invisibili, conosciuti grazie alla frequentazione quotidiana delle loro protagoniste, che l’obiettivo attento e rispettoso di Olivia Gay cerca e rintraccia l’umanità più autentica, per poi restituircela in una straordinaria narrazione imbastita sul tempo sospeso di uno scatto.